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Visitare Roma: Chiesa San Luigi dei Francesi

 

La costruzione della chiesa nazionale della comunità francese a Roma, iniziata nel 1518, procedette molto a rilento finché la regina di Francia Caterina de’ Medici non donò alcune proprietà della famiglia poste nelle vicinanze, consentendo così di portare a compimento la chiesa nel 1589.

Il progetto della facciata di Giacomo della Porta fu eseguito da Domenico Fontana che lo realizzò in travertino, a due ordini, con nicchie in cui sono poste delle statue.

L’interno diviso in tre navate da pilastri su cui poggiano degli archi è soffuso di una luce morbida dovuta alla decorazione delle pareti rivestite da marmi pregiati e stucchi ideata da Antoine Derizet tra il 1756 e il 1764.

L’affresco con la Gloria di S. Luigi che si trova al centro della volta è opera di Charles-Joseph Natoire.

Un pulpito ligneo con pannelli dipinti risalenti al XVI-XVII secolo, manufatto assai raro a Roma, è addossato ad un pilastro. Sopra la porta d’ingresso un organo del XVIII secolo.

La cappella di S. Cecilia, la seconda a destra, porta sull’altare una copia di Guido Reni del celebre quadro di Raffaello raffigurante S. Cecilia  e altri santi ora nella Pinacoteca di Bologna. Le Storie di S. Cecilia affrescano le pareti della cappella: realizzate nel 1614 dal Domenichino rappresentano un capolavoro del classicismo romano del primo Seicento.

Nella quarta cappella, di S. Remigio, è sull’altare il Giuramento di Clodoveo di Jacopino del Conte, mentre alle pareti vi sono degli affreschi esemplari del Manierismo maturo rappresentato dalle Storie di S. Remigio, opera di Siciolante da Sermoneta sulla sinistra, e di Pellegrino Tibaldi a destra e sulla volta.

Ma è la quinta cappella a sinistra che raccoglie unanimi consensi d’ammirazione da parte di chi visita questa bella chiesa. La cappella Contarelli custodisce tre indiscussi capolavori di Caravaggio.

Il cardinale Contarelli, originario della Sarthe e il cui vero nome era Mathieu Cointrel, aveva acquisito questa cappella nella chiesa per la quale desiderava una decorazione sontuosa da dedicare a San Matteo suo patrono, nonché suo santo eponimo.

Numerosi artisti si alternarono ai lavori di decorazione della cappella: Giuseppe Cesari detto il Cavalier d’Arpino eseguì gli affreschi della volta a partire dal 1591, poi, nel 1599 si ritirò dall’impegno di realizzare anche gli affreschi delle pareti laterali, e quindi la commissione, molto ambita, passò, per interessamento del cardinale Del Monte e del marchese Giustiniani, al giovane Caravaggio.

Il 25 giugno 1599 l’artista firmò, per la somma di quattrocento scudi, il contratto per la cappella Contarelli, proponendo, invece che degli affreschi, tre tele di proporzioni grandiose: ciascun quadro doveva misurare più di tre metri.

Il programma pittorico, realizzato tra il 1599 e il 1602, comprendeva: la Vocazione di S. Matteo a sinistra, S. Matteo e l’Angelo al centro (la pala d’altare) e il Martirio di S. Matteo a destra.

Nelle tele laterali Caravaggio giunse ad un’espressione del tutto nuova caratterizzata dalla sottile definizione della luce, che non appare più diffusa, ma direzionale ed orientata o esplodente e decisiva protagonista.

Il ruolo e il significato della luce è quello simbolico della salvezza: del pubblicano e peccatore Matteo, richiamato da Cristo portatore della luce della Grazia; dello stesso carnefice, investito in pieno dalla tumultuosa e scrosciante luce divina.

Alla composizione ordinata della Vocazione risponde sulla opposta parete la prorompente scena del Martirio. Entrambe le rappresentazioni sono di un’audacia straordinaria: l’una sembra svolgersi in una taverna o peggio in una bisca o addirittura al banco di uno strozzino; l’altra è la scena cruenta di un feroce assassinio come poteva verificarsi all’epoca di Caravaggio anche per le strade di Roma: tra la folla che si disperde sgomenta, sulla sinistra in fondo al dipinto, fa capolino il volto affranto del pittore che partecipa al sacrificio del santo.

La pala d’altare, quella originale e bellissima (purtroppo perduta nel 1945 a Berlino a causa degli eventi bellici), presentava un S. Matteo povero e ignorante che, affiancato da un angelo bambino che gli guida la mano, fatica a scrivere il suo Vangelo. Accusata di poco decoro per l’abbigliamento dimesso del santo e per la posa giudicata troppo confidenziale dell’angelo, la tela fu rifiutata e Caravaggio dovette replicarla in una versione più acconcia, quella che oggi noi vediamo ancora.

Per chiudere la visita alla chiesa: la quarta cappella di sinistra, dell’Immacolata Concezione ha alla parete sinistra l’Adorazione dei Magi di Giovanni Baglione (pittore e biografo di artisti, anche del rivale Caravaggio); la terza, di S. Luigi è una creazione scenografica tardobarocca; all’altare della seconda, la cappella di S. Nicola, una pala di Girolamo Muziano con il Miracolo di S. Nicola. Hotel vicino al Colosseo - Alberghi e Hotel vicino Stazione Termini di Roma

 

 

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