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Camaldoli Ospitalità

Loc. San Martino a Monte

Poppi (Arezzo)
 

Camaldoli Ospitalità dispone di strutture per gruppi ed appartamenti ricavati in antiche case coloniche.

Le case per gruppi possono ospitare da un minimo di 10 a un massimo di 54 persone in un’unica struttura, fino a un numero complessivo di 126 persone contemporaneamente.
Completamente ristrutturate e arredate in stile, le case sono dotate di ampie cucine attrezzate (complete di lavastoviglie) e riscaldamento indipendente.
Grazie alla loro ampiezza i saloni possono essere utilizzati come spazio per riunioni o conferenze.
Per la loro posizione immersa nel verde, sono particolarmente indicate per comitive di ragazzi o gruppi di persone desiderose di un momento di vita comunitaria in un ambiente unico e stimolante.

Gli appartamenti di Camaldoli Ospitalità sono sempre ricavati in antiche case coloniche arredate in stile rustico toscano riportate allo splendore originario grazie ad una recente ristrutturazione che ha sapientemente rispettato gli elementi originali quali i pavimenti in cotto, i soffitti ad arco, le pietre “a vista”.
Gli appartamenti soni adatti ad ospitare famiglie o piccoli gruppi.
Dotate di ampie cucine attrezzate e riscaldamento indipendente, questi appartamenti, splendidamente collocati nel paesaggio, rappresentano la soluzione ideale per chi desidera un soggiorno, lontano dallo stress e a contatto con la natura.
Le strutture sono accessibili in ogni periodo dell’anno.
In alcune case sono ammessi gli animali.

Accoglienza:

Le case sono situate in Casentino, una suggestiva valle della Toscana la cui mistica bellezza ha ispirato in tutte le epoche il ritiro spirituale e il contatto con la natura, lontano dal fragore cittadino.
Terra di rinomate tradizione religiose, culturali e gastronomiche e di attività artigianali che si tramandano da generazioni, il Casentino è celebre per i suoi luoghi dal sapore dantesco: pievi romaniche, castelli e antichi borghi medievali.
Circondata da numerose città d’arte come Firenze, Siena, Arezzo e non lontana dalle sponde adriatiche, la valle ospita inoltre una delle zone verdi più antiche d’Italia:
Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.

Itinerario:

Nella valle del Casentino, alle falde della catena appenninica che divide la Romagna dalla Toscana, sorge il celebre complesso monastico di Camaldoli (sec. XI) che, con la sua caratteristica di Eremo e Monastero, costituisce una delle realtà più vive del monachesimo italiano.
San Romualdo, capostipite dell’Ordine camaldolese, giunse in questo luogo nel 1012 con alcuni discepoli e qui costruì, a 1111 m. d’altezza, le prime cinque celle, circondate ognuna dal proprio orticello ed una piccola cappella.
Al centro del Sacro Eremo si trovano la cella di San Romualdo e la chiesa barocca del Salvatore, dove si conservano stucchi del Settecento e terrecotte rinascimentali.
Nei dintorni sono sparpagliate le celle dei monaci, costruite tra l'XI e il XVII secolo: ciascun eremita disponeva di portico, cameretta, studio, oratorio, legnaia, fonte e orto. Abbinando il modo di vivere cenobico (vita comunitaria) a quello anacoretico (vita solitaria), i monaci camaldolesi realizzavano così l’equilibrio tra la solitudine e la vita comunitaria.
Dopo aver fondato il Sacro Eremo, San Romualdo costruì poco più a valle una casa per accogliervi gli ospiti e i pellegrini. È sulla base di questo ospizio che nacque poi l’attuale Monastero da dove si irradiò la riforma benedettina da lui ideata. Immerso in uno scenario intatto e rigoglioso, il Monastero appare come una costruzione poderosa e massiccia. L'estrema sobrietà caratterizza un complesso architettonico vasto ed articolato. Al suo interno due chiostri, il refettorio, la foresteria e le celle dei monaci. La chiesa attuale, edificata sulle rovine di precedenti edifici sacri, fu ammodernata nel 1700 e conserva al suo interno – tra le altre – cinque tavole dipinte dal Vasari.
Di notevole interesse è anche l’Antica Farmacia del Monastero (antico laboratorio galenico), costruita nel 1543, arredata con splendidi armadi in noce e da antichi oggetti usati dai monaci per la preparazione di farmaci e balsami.

Ad attribuire all’ Eremo un ulteriore elemento di fascino e raccoglimento vi è la millenaria foresta camaldolese che offre in stagione una pace e una tranquillità raramente riscontrabili altrove. La foresta per molti secoli appartenne agli eremiti per i quali era precisa regola la tutela del patrimonio boschivo, che dunque fin dal Medioevo è stato da loro curato e protetto anche attraverso il rimboschimento ogni anno di 4000/5000 nuove piante.
Fu dalla foresta del Casentino che fu tratto il legno per la costruzione della Cupola di Santa Maria del Fiore del Brunelleschi e la costruzione della flotta granducale medicea.